Lunedì 14 marzo si è spenta la luce della nostra cara ex studentessa della Facoltà di Scienze Sociali della PUST, Nato Toroshelidze, all’età di 37 anni, lasciando un marito ed una figlia.
Studentessa brillante, era venuta in Italia circa dieci anni fa dalla Georgia attraverso il programma Bridge Builder della FASS/Adjuvantes per studiare la Licenza e il Dottorato in Scienze Sociali.
Venerdì 18 marzo alle ore 12:20 presso la nostra chiesa dei SS. Domenico e Sisto in Largo Angelicum 1 Roma, si è celebrata una messa in suo onore e memoria; a ricordarla con parole toccanti una sua amica, compagna di studi, nonché connazionale, Magda Lekiashvili, attuale segretaria nel Decanato di Teologia della PUST:
“Per Nato, amica mia!
Ieri mi ero seduta per scrivere qualche parola. Capirete che era molto difficile. non avrei voluto usare le parole in passato per raccontarvi di Nato. L’avrei scritta tante di quelle belle frasi.. Poi ho pensato che, sicuramente, Nato stava in quella stanza con me, e se avesse visto la lettera dedicata a lei, mi avrebbe detto con la grande umiltà: smettila, non mi merito tutto quelle belle parole. Ti sbagli cara mia. Queste parole sono per te, noi siamo qui per te.
Vi vorrei far immaginare chi e come era Nato. La sua presenza riempiva le giornate delle persone che le stavano accanto, Bastava il suo sorriso per arrivare dritto al cuore. Non lasciava il posto alla negatività. Con la sua gentilezza e rispetto verso gli altri, ti dimostrava che si può sempre essere una persona migliore. Il suo rendersi disponibile ed essere al servizio degli altri, era da ammirare.
Con Nato ho parlato alcuni mesi fa per l’ultima volta. Fiche il COVID la trascinasse in ospedale di nuovo. L’ospedale dove combatteva contro il suo male, cancro e anche l’Ictus. In quella video chiamata mi guardava, non riusciva pronunciare bene una frase intera. Ma mi disse: “non voglio soffrire, guardami, come sono diventata. Non ho neanche i capelli”. La incoraggiai, le dissi che i capelli erano ultima cosa a cui doveva pensare, tanto gli portava sempre corti. Non vi nascondo, guardare lei mi impressionò. Non il fatto come era veramente cambiata la fisicità. Ma perché leggevo la paura nei suoi occhi. Non per sé stressa, per gli altri. Il modo come guardava alla sorella chiedendola aiuto per completare la frase, mi fece capire ona cosa: come se stesse domandando: sono un peso per te? Era preoccupata per i suoi fratelli e genitori che in qui mesi non l’anno mai abbandonata, anzi, erano loro ad incoraggiarla e se è riuscita e trovare le forze per affrontare la sua malattia, sicuramente grazie a loro. Era preoccupata per il suo marito che le stava sempre accanto, donando l’amore e mantenendo la promessa data all’altare, di starla sempre vicino nella salute e nella malattia. E soprattutto, era preoccupata perché non poteva fare più la mamma come avrebbe voluto, non riusciva a fare le cose semplici con la figlia, giocare, camminare con lei, non riusciva ad insegnare a contate. Si faceva fatica anche lei di contare. E si, questa sua assenza nella quotidianità la intristiva. Ma la voglia di ritornare viva, era più forte ed infrenabile. Combatteva, finché il suo corpo non si è arreso. Perché è stato il suo corpo ad arrendersi, sono sicura, lei non ci avrebbe mai lasciati. Amava vivere, Amava ridere, amava gli esseri umani, amava scoprire quanto sia bella il mondo nella sua diversità. Ed e grazie alla sua esperienza all’Angelicum, ha incontrato molte persone che sono grate fino ad oggi, di questa splendida amicizia, donata da Nato.
Cara Nato, sono sicura che continuerai a portate la luce e felicità anche fuori da questo mondo fisico dove noi siamo rimasti. Il nostro signore ti ha voluto al suo fianco, ti ha donato la vita eterna e ti ha aperto le porte del paradiso, dove è il tuo posto.
Quanto 7 anni fa ho perso mio fratello e dopo alcuni mesi sono rientrata a Roma, Nato mi ha fatto da sorella. Non si stancava di me, della mia pesantezza ed ogni mattina mi ripeteva che dovevo vivere. Ma non solo vivere, dovevo essere felice. Una notte, sentì il mio pianto nascosto, si alzò, prendo lo specchietto dalla sua borsa e mi disse: sorridi e guardati dentro. Ogni volta, quando penserai che il dolore ti sta portando via la felicità, pensa a tuo fratello e pensa se sarebbe stato contento di vederti così. E fino ad oggi, quando penso, immagino, guardo e parlo con mio fratello, sorrido, sento la sua presenza e mi ritorna la voglia di vivere. Lo farò lo stesso per te, amica mia. Vivrò felice, vivranno felici tutti i tuoi famigliari. Crescerà libera e felice tua figlia. Ma ci devi dare soltanto tempo. E soprattutto, ci servirà il tuo aiuto da lassù. Adesso che sei un angelo, lo puoi fare. Sempre con quel sorriso magico che ci renderà felici.”
Non scorderemo mai la sua ilarità, la sua allegria e gioia nel vivere e nell’affrontare ogni situazione con tempra, rettitudine e speranza; lascia oggi un vuoto difficilmente colmabile, da persona ammirabile com’era. Gli amici, l’Adjuvantes e l’Università non lascerà sbiadire nel tempo il suo ricordo.
Cara Nato per il momento ti facciamo un caro saluto, proteggi i tuoi cari da lassù e se puoi dai uno sguardo anche a noi.
Valerio Pierleoni
Clicca qui per vedere il video della messa